Ho visitato Capo Verde la prima volta nel 2002.
A Praia, la capitale dell’arcipelago, nonché capoluogo di Santiago, la più “africana” delle 10 isole che compongono l’arcipelago, ho avuto la fortuna ed il piacere di conoscere Teté Alhinho, una cantante molto nota nell’ambiente musicale capoverdiano, allora a me del tutto sconosciuta.
Conservo con molto piacere un suo disco che in quell’occasione gentilmente mi regalò (si trattava di Voz, che alcuni anni dopo uscì in un’edizione per l’Europa). In cambio le promisi che, al ritorno in Italia, mi sarei impegnato per far conoscere di più la musica capoverdiana, anche se allora non ci credevo molto, né avevo idea di cosa fare per mantenere quella promessa.
L’occasione si presentò poco più di un anno dopo allorché venni a contatto con alcuni conduttori dell’emittente radiofonica fiorentina Novaradio. Presi contatto con il direttore della radio e dopo pochi giorni ero ospite, insieme ad Hipólito Soares, capoverdiano dell’isola di São Nicolau, da anni residente in Italia, di un programma di Papa Leo, il quale ci diede l’opportunità di presentare alcuni brani di musica di Capo Verde. Dopo un’altra breve apparizione in radio iniziammo con un programma tutto nostro.
Nel frattempo avevo avuto modo di approfondire la cultura e la musica di questo arcipelago situato in mezzo all’Atlantico a circa 450 chilometri al largo delle coste del Senegal, ritornandoci altre volte.
L’avventura radiofonica andò avanti per quattro intensi anni, in cui abbiamo potuto sperimentare l’interesse degli ascoltatori per la musica capoverdiana, non solo di Firenze, ma di ogni angolo di mondo, dal momento che la radio offre i suoi servizi anche in streaming attraverso internet.
È straordinario come un piccolo paese, con circa 450.000 abitanti residenti nelle isole, e almeno il doppio distribuito in varie parti del pianeta, abbia un patrimonio musicale tra i più vari e ricchi al mondo. Le culture e le tradizioni di più continenti, Africa, Europa e America centrale e meridionale, si sono fuse in maniera indissolubile dando origine ad un insieme assolutamente irripetibile ed unico nel suo genere.
Morna, coladera, funaná, batuko, tabanka, finaçon, lundum, talaia baxu, colá San Jom, cabozouk, sono alcuni dei generi musicali attraverso cui gli artisti capoverdiani esprimono la ricchezza culturale, sedimentata nel corso di cinque secoli di oppressione coloniale portoghese e che noi abbiamo provato a far conoscere anche in Italia, insieme alla sua storia ed agli innumerevoli aspetti culturali tipici dell’arcipelago.
Adesso che quell’esperienza radiofonica è arrivata al capolinea (chissà, forse un giorno potrebbe ricominciare!), il mio impegno per la diffusione della conoscenza della musica capoverdiana si trasferisce su questo blog appena creato.
sabato 31 gennaio 2009
giovedì 22 gennaio 2009
SODADE MAGAZINE
Inizio segnalando lo strumento informatico ma anche cartaceo più completo per conoscere ed essere aggiornati sulla musica di Capo Verde: il sito internet www.sodadeonline.com/ e la corrispondente rivista Sodade Magazine.
Fondamentale per conoscere la musica creola.
Preferirei una versione del sito e della rivista anche in portoghese e magari l'uscita della rivista mensile invece che trimestrale.
martedì 20 gennaio 2009
Musicapoverde
Comincia il percorso di questo blog, dedicato alla musica di Capo Verde, ma non solo, nel giorno del 36° anniversario della tragica scomparsa di Amílcar Cabral, che è anche il giorno dell'insediamento di Barak Obama come presidente degli Stati Uniti d'America.
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